26.09.2019
Strumento della gestione dell’errore nato nelle industrie ad alto rischio, in particolare l’aviazione, il crew resource management entra in sala parto per ridurre al minimo i rischi purtroppo ancora oggi spesso in agguato nel momento della nascita di un bambino.
La gravidanza è spesso vissuta dalla coppia-famiglia e dai mass media come priva di rischi sostanziali, sebbene nell’immaginario collettivo sia immanente la paura del parto e della morte. Numerosi luoghi comuni e condotte mediche spingono a sottostimare i rischi della gravidanza e del parto, che nella maggioranza dei casi necessita per lo meno della presenza di una figura di medico. Come spiega Ilaria Liberali, infermiera ostetrica Capo Reparto Unità Operativa Madre-Bambino presso la Clinica Sant’Anna di Sorengo, «l’unica condizione che permette di non avere la necessità di avere un medico è una gravidanza fisiologica: nes-suna problematica materno-neonatale riscon-trata durante la gravidanza, parti precedenti per via vaginale, travaglio insorto spontanea-mente, ecc…».
La sala parto può rappresentare un’area estremamente complessa, ad alto costo, elevato rischio clinico e contenzioso medico-legale, di notevole stress per il personale sanitario, richiedente una prestazione sanitaria ottimale. «Il rischio in sala parto, sia per la madre sia per il bambino, non è del tutto eliminabile, così come la probabilità di eventi avversi anche in relazione ai rapidi cambiamenti delle conoscenze mediche con continui aggiornamenti farmacologici, medici e tecnologici», segnala Jeffrey Pedrazzoli, specialista in ginecologia e ostetricia, attivo presso la Clinica Sant’Anna.
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Specialista in Anestesiologia, membro FMH
Specialista in Ginecologia e ostetricia, membro FMH Chirurgo in ginecologia, uroginecologia, senologia, fertilità e ostetricia; sessuologo clinico