La gravidanza richiede una consapevolezza tutta particolare, ma senza stressarsi e senza la pretesa di controllare tutto. Gli esperti sono lì per questo.
E' importante che le donne si "riappropino del parto". A ricordarcelo non è la portavoce di un collettivo femminista, ma un’anestesiologa di grande esperienza: Cari Platis è parte di quella che potremmo definire la «squadra sala parto» della Clinica Sant’Anna di Lugano, insieme a levatrici, ginecologi e neonatologi. E ci tiene a mettere subito la donna al centro: «La medicina serve da supporto, così come un ruolo importante è giocato eventualmente dal partner: ma la maternità è un percorso che vede al centro la madre».
Purtroppo, spiega Platis, «la quantità di informazioni che possiamo reperire oggi sul parto non implica il fatto di arrivarci davvero preparati. In una società veloce e orizzontale, mancano forse quel conforto, quell’esperienza e quella sicurezza che venivano un tempo da madri, nonne, zie». Così «si rischia di perdere consapevolezza dell’unicità di quel momento, o di costruirsi una sua immagine idealizzata, per poi rimanere delusi: pensi che ci sono mamme che si lamentano perché il parto è andato così bene e velocemente che non facciamo in tempo a fare l’anestesia peridurale». Sintomo di un modo cerebrale e astratto di arrivare al dunque, «mentre si dovrebbe fare il possibile per riavvicinarsi alla sua naturalezza, che noi come medici cerchiamo il più possibile di rispettare, puntando anzi-tutto su empatia e fiducia».