01.04.2017
Nel corso della giornata si è approfondito il tema della chirurgia fetale oggi in Svizzera. Per sapere quali sono le possibilità e gli sviluppi futuri abbiamo fatto 3 domande al Prof. Luigi Raio, responsabile reparto di Ostetricia del'Inselspital di Berna e alla Dr. ssa Petra Donati-Genet neonatologa attiva presso la nostra Clinica.
1. Quando si parla di terapia fetale cosa si intende ?
Si intende principalmente una terapia medicamentosa che viene somministrata alla madre per aiutare il feto. La più conosciuta di queste terapie è senz’altro la somministrazione alla madre di steroidi per aiutare la maturazione dei polmoni nel caso di rischio di parto prematuro. Un’ altro esempio può essere la somministrazione alla madre di antiaritmici per una tachicardia fetale oppure la somministrazione alla madre di immunoglobuline per prevenire una malattia nel feto. In ogni caso si tratta sempre di un intervento sulla madre per curare il feto.
2. Che cosa è la chirurgia fetale e quale posto occupa nella terapia fetale ?
La chirurgia fetale è una parte minima della terapia fetale, è relativamente giovane ed è una chirurgia limitata ad alcuni centri a livello europeo. Per esempio a Berna si è sviluppata negli anni una chirurgia fetale in grado di curare le gravidanze gemellari con una sindrome di trasfusione feto-fetale vale a dire dove una placenta viene condivisa da due gemelli e dove si sono creati dei vasi sanguigni che portano del sangue di un feto verso l’altro. Tramite fetoscopia, e utilizzando un laser, si procede alla coagulazione dei vasi patologici e si riesce in buona parte dei casi a riequilibrare la situazione, impedendo il decesso in utero dei due gemelli. Attualmente grazie alla diagnosi precoce nel primo trimestre di questa anomalia, si può garantire una sopravvivenza del 90% di un feto e del 60% di ambedue i feti.
3. Esistono altri centri in Svizzera che praticano questo tipo di chirurgia?
A Zurigo il Prof. Meuli, chirurgo pediatrico, opera in utero le mielomeningoceli ed è diventato un centro a livello europeo per questo tipo di patologie. Ben inteso la chiusura della mielomengocele non impedisce la paralisi ma limita le complicazioni a livello cerebrale, vale a dire diminuisce il numero dei pazienti che poi necessitano un drenaggio ventricolo-peritoneale. Attualmente Berna collabora per la chirurgia fetale con Losanna poiché i casi dove si interviene sono estremamente rari e quindi occorre poter garantire una certa “expertise” per avere i migliori risultati.
(Nella foto da sinistra: Dr.ssa E. Arpi neuropsicologa e psicoterapeuta Università di Modena, prof. F. Ferrari pediatra Policlinico di Modena, Dr. M. Somaschini neonatologo Clinica Sant'Anna, Dr.ssa Cari Platis Roberti anestesiologa Clinica Sant'Anna, dr.ssa Petra Donati Genet neonatologa Clinica Sant'Anna, PD. Dr. R.Pfister neonatologo HUG)
4. Dopo 6 anni di simposio come vedete il futuro per la perinatologia ?
Quando curiamo un neonato, comunichiamo con dei genitori e la conoscenza dei problemi intercorsi nella gravidanza o durante il parto devono far parte del nostro lavoro. La comunicazione tra gli specialisti è essenziale per poter garantire la migliore cura alla mamma e al neonato ed è per questo che i simposi di perinatologia sono importanti. In futuro dobbiamo avere una visione a 360°C , ognuno chiaramente con le sue competenze, ma solo così potremo essere dei medici che fanno una buona medicina.
Specialista in Anestesiologia, membro FMH
Specialista in Pediatria e Specialista in Neonatologia, membro FMH
Specialista in Ginecologia e ostetricia, membro FMH Chirurgo in ginecologia, uroginecologia, senologia, fertilità e ostetricia; sessuologo clinico